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utili di esercizio, rispetto alle Varianti proposte: non vi è dubbio che il maggior costo della prima sarà piuttosto rilevante.

C) Convenienza della Direttissima per Barberino.

§ XII. Premessa. — Ma, indipendentemente dalla questione della spesa di costruzione, vi sono altre ragioni validissime per escludere la convenienza di qualsiasi linea che non scenda direttamente a Firenze; ragioni che ora esporremo, poiché le grandi linee devono giudicarsi non solo dal punto di vista utilitario del costruttore o dell’esercente, ma anche da quello assai più elevato degli interessi generali della Nazione.

E poiché fra le linee divergenti da Firenze vi è anche una Direttissima per Pontassieve, esamineremo dapprima gl’inconvenienti a cui questa darebbe luogo.

§ XIII Divergente per Pontassieve. — Il tracciato per Pontassieve suppone l’abbandono di Firenze e di Livorno; ossia dell’immenso traffico, il più grande dell’Italia peninsulare, che dalle spiaggie toscane e dalla bassa valle dell’Arno si dirige verso il Po: suppone inoltre che, nel lungo percorso da Bologna a Roma, si possa far a meno di toccare una grande stazione come quella di Firenze che ha una produttività annua di sette milioni di lire, ed alla quale fanno capo tre linee, che danno un prodotto annuo chilometrico totale di 100 mila lire, per curare il movimento di una sola linea che rappresenta la quarta parte dell’indicato traffico, e quello di una stazione senza comodi e senza importanza, come quella di Pontassieve, che richiederebbe l’introduzione del più grave degli inconvenienti nel movimento longitudinale, il regresso dei treni.

Ora, non è per pochi chilometri di maggiore o minor percorso che si deve giudicare della convenienza di toccare, o no, una grande città con una linea di primaria importanza. Se le cose ferroviarie dovessero giudicarsi a tale stregua, Bologna dovrebbe essere da venti anni tagliata fuori dal movimento fra l’alta Italia e Roma; poiché non vi è chi non veda come con una diagonale da Casalecchio alla Bologna-Modena si possa abbreviare il percorso Milano-Roma di una ventina di chilometri, e come ciò possa giovare a qualsiasi Direttissima per Firenze.

Le grandi città riassumono i più importanti interessi militari, commerciali e ferroviari a cui bisogna avere riguardo nel tracciare le grandi arterie. Gli interessi minori potranno poi egualmente essere soddisfatti colle diagonali e le accorciatoie; ma prima devesi provvedere ai bisogni maggiori e più urgenti.

D’altra parte il guadagno chilometrico di una Direttissima per Pontassieve sarebbe perduto per effetto della biforcazione e del regresso in tale stazione; poiché le maggiori fermate, per le coincidenze e le manovre inevitabili, equivalgono ad un maggior percorso, tanto pel tempo impiegato nel viaggio quanto per le spese d’esercizio. Di più la nuova stazione di biforcazione, sarebbe una passività nociva alla Direttissima ed alle linee affluenti a quella stazione, venendo a mancare una sosta conveniente nel lungo percorso da Bologna a Roma, ed a crearsi un incaglio al movimento fra Firenze e la Capitale.

Dobbiamo ancora avvertire che la linea Aretina, essendo a semplice binario, e con curve di raggio ristrettissimo, non si presterà lungamente al servizio di un