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denza del 15 circa per mille (Ved. la retta M N, flg. 12), il Comm. Protche avrebbe le mille volte preferito di innalzarsi maggiormente colla sua linea in vai di Setta, piuttostochè adottare un tunnel come quello proposto.

E siccome, col tracciato per Citerna, l’impossibilità di elevare il punto culminante della traversata non esiste, noi crediamo preferibile il concetto altimetrico da cui partì primieramente il Comm. Protche, allorché si proponeva di portare l’imbocco della sua galleria in val di Setta all’altezza di 400 a 500 metri, e di ottenere un tronco indipendente verso Firenze senza discendere nel depresso Bisenzio.

Tale partito è nel nostro caso il migliore; poiché, fissata a Badia l’origine della galleria dell’Appennino, questa risulta assai più facile e più breve per Citerna, che non per Montepiano (fig. 11). Di più il tracciato per Citerna permette la discesa sul versante tirreno con andamento regolare, percorrendo una delle più fertili e ricche contrade sotto-appennine che vanti l’Italia; laddove passando per Montepiano il Protche era costretto a ricorrere all’artificiale ripiego di una discesa tortuosa e costosa come quella di S. Mommè, per luoghi senza vita e senza interesse.

Il nuovo tracciato a cui si allude, e che corrisponde altimetricamente all’ideale primitivo dell’Ing. Protche, è quello indicato dalla Variante Alta per Citerna, (fig. 11 e 14) la quale ha comune colla Variante Bassa la tratta da Casaglia al pozzo di Castagnolo (chilometri 39-45, F E), ossia il nucleo principale della galleria di Citerna.

Questo nucleo è in condizioni migliori della galleria del Borgallo (fig. 10), sulla linea Parma-Spezia, per la considerevole minor profondità dei pozzi principali, cosa che parrà più evidente quando si rifletta che quest’ultima galleria si sta scavando a foro cieco, rinunciando all’aiuto dei pozzi previsti, perchè troppo profondi.

A partire dal pozzo di Castagnolo, la Variante Alta si piega a sinistra verso il Gambellato, e continuando a salire giunge a Badia, ove trovasi lo sbocco della Galleria Alta di Citerna ed il punto culminante della traversata a M. 430 sul mare.

La località di Badia si presta egregiamente all’impianto d’una stazione importante per l’esercizio della linea, e per raccogliere il traffico delle valli che in quel punto si riuniscono; il quale traffico non ha e non potrà avere colla Direttissima Protche (segnata con linee a tratti sulla fig. 11), un’uscita conveniente verso l’Adriatico, poiché le frane della val di Setta superiormente al Molino Cà d’Onofrio saranno sempre di grave ostacolo alla viabilità ordinaria.

Dalla stazione indicata cominciando la discesa sul versante adriatico, l’innesto della Variante Alta colla linea Protche può effettuarsi (trascurando il maggiore sviluppo dovuto alle sinuosità della valle) presso il Pian di Setta (cb. 63, C, fig. 11) colla pendenza del 14 per mille (inferiore a quella del 15 prevista primitivamente dal Protche) protratta per soli otto chilometri. Ma evidentemente non conviene sconvolgere l’economia dell’esercizio su tutta la linea per un malinteso risparmio nelle spese d’impianto; e la soluzione preferibile sarà quella che si ottiene effettuando la discesa della valle del Setta col 12 per mille, partendo da Badia, fino a raggiungere la linea Protche presso Vado (al chilometro 74, B, trascurando il maggior sviluppo corrispondente alle sinuosità della vallata).

Con questa disposizione, il piano stradale della variante risulta sempre più alto delle acque del Setta senza ricorrere a sviluppi artificiali.