Pagina:Considerazioni sulla importanza militare e commerciale della ferrovia direttissima Bologna-Firenze.djvu/65


— 59 —

Risultando dalle parole riportate che la prima parte della galleria, di chilom. 6,650, dal Mulino Cà d’Onofrio ai pressi di Badia, è quella in cui si devono temere le maggiori filtrazioni tanto nei pozzi che nel sotterraneo, è chiaro che, considerate le analoghe condizioni di ubicazione delle gallerie di Montepiano e di Citerna, in questa, per la favorevole disposizione delle livellette, i pozzi potranno essere numerosi e poco profondi, e quando anche venga meno il loro sussidio, l’esecuzione dei lavori sarà sempre possibile e relativamente facile dall’imbocco; ciò che non può dirsi per la galleria di Montepiano avuto riguardo alla sfavorevole disposizione delle livellette.

Assai più sfavorevoli sono le condizioni della galleria Protche nella seconda parte, della lunghezza di chilometri 11,130, da Badia verso S. Quirico; poiché tale tratto deve scavarsi interamente a foro cieco con un solo attacco in condizioni regolari, trovandosi all’altro estremo il pozzo Badia profondo 130 metri, col quale si avrebbe un attacco in contropendenza. Di più questo pozzo, avuto riguardo alla sua grande importanza, non è certamente nelle migliori condizioni desiderabili rispetto alle filtrazioni, se si osserva che trovasi presso la confluenza del Gambellato e del Setta al piede degli Appennini.

Invece la seconda tratta della galleria di Citerna, dai pressi di Badia allo sbocco di Casaglia, che misura la lunghezza di soli M. 9700, è interamente perforabile a pozzi di profondità regolare e, oltre alla favorevole disposizione delle livellette, presenta un nucleo a foro cieco della lunghezza di soli M. 3500, riducibile notevolmente quando si ripieghi alquanto il tracciato, o quando si vogliano applicare pozzi della profondità ammessa per le gallerie di Marianopoli (lìg. 13) e del Borgallo (fig. 10).

L’importanza di tali osservazioni apparirà più evidente se si riflette che la disposizione della galleria di Citerna, colle livellette in salita dagl’imbocchi verso il centro, è quella seguita in tutte le grandi gallerie a foro cieco eseguite sinora; laddove il sistema ad una sola livelletta (per cui un solo imbocco trovasi in condizioni regolari) proposto per la galleria di Montepiano rappresenta l’eccezione alla regola stabilita dai grandi trafori Alpini (Cenisio, Gottardo ed Arlberg), eccezione tanto più pericolosa in quanto che nell’Appennino non si può sperare che la perforazione meccanica dia i buoni risultati ottenuti nelle roccie alpine, e le filtrazioni d’acqua, le emanazioni gassose irrespirabili e la minore solidità del terreno contribuiranno pur troppo a moltiplicare le difficoltà.

Nel caso in questione dobbiamo ancora osservare, che le imponenti frane da cui fu sconvolto il letto del Setta sovrastante alla prima parte della galleria non permettono di valutare la profondità a cui può trovarsi il terreno impermeabile. Perciò, se in seguito ai saggi che verranno praticati, si riconoscesse la convenienza di allontanare la galleria dal fiume, di tal maniera che i pozzi risultassero eccessivamente profondi, si correrebbe il rischio di dover scavare a foro cieco una gran parte della tratta, di galleria ora prevista a pozzi, e se ciò malgrado le filtrazioni non si potessero evitare e neanche vincere senza gravissime spese, potrebbe essere sconvolto tutto il piano tecnico ed economico architettato per lo svolgimento dei lavori.

§ VIII. Variante alta per Citerna. — Incertezze di tal natura in un’opera così importante, quantunque forse possano dileguarsi con opportuni saggi, ci fanno ritenere che se da Badia si potesse discendere a S. Quirico senza incontrare la pen-