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CAP. IV.

I DIVERSI TRACCIATI.

§ I. Obiettivo. — Dopo aver ragionato dell’importanza della ferrovia direttissima Bologna-Firenze nei suoi rapporti colla difesa dello Stato, la viabilità ferroviaria e gli interessi generali, non ci rimane che indicarne la possibilità nelle condizioni di sviluppo e di pendenza supposte.

Perciò esamineremo i tracciati proposti dagli ingegneri Protche e Zannoni, e le varianti possibili studiate allo scopo di assicurare una soluzione, la quale concilii gli interessi generali con quelli locali, ed elimini ogni controversia o divergenza di idee, di pareri e di obiettivi. Si potrà così più prontamente e concordi conseguire l’intento finale che tutti dobbiamo aver di mira, la difesa della patria, la tutela ed il rapido sviluppo degli interessi commerciali ed agricoli, la potenza, la sicurezza, e l’economia dell’esercizio ferroviario.

A) Direttissime Zannoni e Protche.

§ II. Linea Zannoni. — La direttissima Zannoni (1° progetto) staccandosi dalla ferrovia Bologna-Ancona a levante della stazione di Bologna si volge al sud, (fig.4 e 4 bis ) e, rimontando le valli di Savena, di Cavrinzano, di Querceto (Zena) e dell’Idice, divise da piccoli contrafforti, raggiunge nei pressi di Monghidoro l’imbocco della galleria di Canida (lunga 5850 metri), il cui sbocco nel vallone Diaterna corrisponde al punto culminante dell’intera linea (metri 568 sul mare).

Da questo punto la Direttissima discende con lieve pendio fino al Santerno, e, dopo breve percorso in piano lungo il Rio Riattoli, riprende la discesa entrando nella galleria dell’Appennino, o di Monte Guerrino (lunga 5482 metri), la quale ha il suo sbocco nella valle della Sieve sopra S. Agata (alla quota di m. 411).

Quivi avviene la biforcazione della linea Zannoni nella doppia ipotesi di condurla a Firenze per Pratolino, o di allacciarla, seguendo la Sieve, alla ferrovia Firenze-Roma.

Il tracciato per Pratolino, fiancheggiando il Cornocchio, e varcando la Sieve presso la confluenza del Levisone (M. 200 sul mare) doveva raggiungere a S. Piero la linea Faenza-Firenze, colla quale poteva rimontare il torrente Carza fino a Vaglia con pendenze non superiori al 15 per mille.

Oltre questo punto sarebbe stato necessario abbandonare il tracciato della ferrovia Faentina (allora in progetto ed attualmente in costruzione poco avanzata), allo scopo di ridurne la pendenza massima dal 18 al 15 per mille, e diminuirne lo sviluppo di 4 chilometri; ciò che si poteva ottenere, abbassandone il punto culminante (M. 331,48) presso Pratolino colla sostituzione di un tunnel di circa 7 chilometri a quello previsto di M. 3,466.