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quale non è vinta che dalle grandi linee dell’Italia settentrionale, e che dimostra la necessità di eliminare gli ostacoli ferroviarii che si oppongono allo sviluppo del traffico longitudinale, il quale trova per Bologna e Firenze la via più naturale ed antica

$ X. Direttissima Bologna-Firenze. — Di fronte a tali fatti noi possiamo domandarci quali sarebbero i rapporti di produttività fra le tre linee longitudinali, se sulla centrale si venisse a diminuire il percorso di circa 40 chilometri riducendone le pendenze massime dal 26 al 12 per mille, come si può ottenere colla costruzione della Direttissima Bologna-Firenze, che è il necessario complemento alla grande potenzialità delle stazioni omonime.

Evidentemente l’effettuazione di tale disegno trasformerebbe il movimento di repulsione, che ora allontana il traffico dalla Longitudinale centrale, in potentissimo movimento di attrazione, che la renderebbe non solo di gran lunga superiore alle sue rivali littoranee, ma una fra le più produttive arterie del Regno.

Basta infatti dare un’occhiata alle città disseminate lungo il suo percorso, alla estesa e popolata zona di territorio nel cui mezzo si apre la via, alle grandi vallate che ne seguono il corso e ne formano gli obiettivi, per giudicare del suo avvenire.

Ma lasciamo le parole e veniamo ai numeri. La ferrovia direttissima Bologna-Firenze (Porta alla Croce), colla pendenza massima del 12 per mille, può ottenersi al più con 100 chilometri di sviluppo in cifra tonda, corrispondenti ai 138 chilometri misurati dalla linea attuale fra gli stessi estremi.

Il minor percorso per il transito attraverso all’Appennino centrale sarebbe quindi di circa 40 chilometri, ossia poco meno del terzo della linea attuale.

§ XI. Da Milano a Napoli. — Le conseguenze di questo accorciamento per il transito Milano -Napoli, rispetto alle altre principali traversate dell’Appennino esistenti ed in costruzione sono espresse dal quadro seguente, in cui le varie linee sono indicate per ordine crescente di sviluppo e per ognuna di esse si è segnato la pendenza massima, l’altezza del punto culminante e le contropendenze principali (ossia quelle vincolate a salite maggiori del 12 per mille), facendo astrazione da quelle destinate a sparire colla costruzione della Direttissima Roma-Napoli.

Dallo stesso quadro (alla illustrazione del quale, per le condizioni altimetriche della via nella traversata dell’Appennino, giovano i profili indicati alle fig. 11, 2 e 3) appare chiaramente come la Direttissima Bologna-Firenze risolva il problema di ottenere non solo il minimo percorso, ma anche le minime pendenze, rispetto a tutte le altre vie esistenti ed in costruzione da Milano a Napoli, e perciò anche a Roma; poichè, facendo astrazione dalla linea per Foggia, i risultati comparativi del quadro sono applicabili anche alla Capitale.

  1. Le asticine verticali segnate sui profili della fig. 1 rappresentano le successive stazioni indicate negli orari delle ferrovie.