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potenzialità. Tuttociò non si può neanche pensare per la linea semplice, a meno che il guasto cada in terreno favorevole per l’impianto d’una deviazione, caso difficile a verificarsi sull’Appennino.

Devesi ancora osservare che i disastri più temibili nei momenti supremi della guerra, dovuti ad attentati di mano nemica, sono assai più difficili a verificarsi sul doppio binario per la continua sorveglianza che il personale dei treni inseguentisi ed incrociantisi ad ogni istante, esercita su tutta la linea; laddove sulle linee ad un sol binario, durante il non breve intervallo che deve intercedere fra il passaggio di due treni in senso inverso, il malfattore può avere tutto il tempo per compiere con sicurezza i suoi pravi disegni.

E ciò non basta. In caso di guerra il movimento dei treni continuo può richiedere di sottoporre il personale delle stazioni ad un servizio prolungato e complicato, per cui anche le false manovre degli scambi, per l’incrocio dei treni inevitabile sulle linee ad un solo binario e le erronee segnalazioni telegrafiche possono essere causa di disastri.

Col doppio binario, quando il movimento avviene fra le stazioni estreme, il personale delle stazioni intermedie non ha più alcuna preoccupazione per le segnalazioni telegrafiche e per la manovra degli scambi, che può chiudere a chiave, bastando il personale di guardia per regolare la circolazione dei treni.

Ma anche a questo conviene rendere facile e semplice il suo compito, ed in una nuova linea, come quella proposta, si può fare agevolmente provvedendo con efficacia alla chiusura della via, e sopprimendo le traversate a livello che sono gli inciampi più gravi e pericolosi per la circolazione dei convogli.

Vi è pure la questione del personale viaggiante, il quale, sulle linee a forte pendenza, deve essere più numeroso e deve aver coraggio, avvedutezza ed intelligenza per disimpegnare bene il còmpito affidatogli, dal quale può dipendere la salvezza di un treno ed il risultato di un grande concentramento.

Ora non sempre tutto il personale viaggiante possiede tali qualità e la pratica necessaria per sapersene opportunamente valere sulle forti rampe.

E la questione del personale per l’esercizio delle ferrovie, in caso di guerra, diventa più grave ancora; perchè il servizio, che ora in gran parte si compie di giorno alla luce del sole, dovrà effettuarsi, con non minore intensità, anche di notte al fosco lume di una lanterna, quando gli equivoci, la disattenzione ed i pericoli si moltiplicano; perchè l’organizzazione del servizio e del personale può richiedere variazioni dannose all’armonia generale; ed infine perchè eventi impreveduti spesse volte mandano a monte i criteri che servono a regolare il servizio ordinario.

Lo stesso conflitto, latente o palese, che nasce malgrado la buona volontà, fra le autorità militari che hanno un obiettivo da raggiungere e le autorità ferroviarie che devono pensare ai mezzi di trasporto ed alla sicurezza del transito, diventa più grave sul binario semplice.

A questo proposito torna opportuno rammentare come Vittorio Emanuele volesse una volta recarsi improvvisamente da Torino a Genova in un determinato tempo compatibile colla velocità dei treni su quella linea, e come il comm. Bona, allora direttore delle ferrovie, si opponesse quantunque la linea essendo a doppio binano, le disposizioni da darsi fossero facili e semplici. Ma egli non poteva permettere che