Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 10 — |
nostri mali ferroviari col perfezionamento molto produttivo dei tracciati, con cui moltiplichiamo la nostra potenza, anziché col perfezionamento poco profìcuo dei freni e dei mezzi speciali di trazione con cui spesse volte si rende più complicata la macchina ferroviaria e si aumenta la nostra debolezza.
§ IV. Preoccupazioni. — E questa debolezza, in caso di guerra, sopra una linea a forti pendenze come la Porrettana, o la Parma-Spezia, o la Faentina, poiché anche queste sono affette dalla pendenza massima del 25 per mille, non è trascurabile; e torna opportuno fissarvi sopra l’attenzione, perchè si tratta di questioni che sfuggono ad un esame superficiale.
Ad esempio, devesi osservare che, nel caso indicato, i treni di piacere furono certamente composti nelle stazioni originarie di partenza col numero di veicoli a freno occorrente per il transito sulle rampe dell’Appennino, in modo da rendere facili, semplici c brevi le manovre da farsi nelle stazioni di Bologna e Porretta.
Si potranno predisporre le cose in tal modo durante la guerra, specialmente nel caso di movimenti imprevisti ed improvvisi da effettuarsi sulla Porrettana? Saranno sempre i veicoli a freno disponibili nelle stazioni di partenza, od in quelle di Bologna, di Pistoia o Firenze, dove affluiscono in grande maggioranza le linee di pianura, nelle volute proporzioni? E le manovre per scomporre e comporre i treni ed orientare i veicoli saranno sempre facili e possibili?
Quante volte i convogli che dovranno percorrere le rampe appenniniche saranno composti trascurando le norme di sicurezza, per guadagnare tempo, e quanti inconvenienti si verificheranno oltre quelli sperimentati nel servizio ordinario!
Vi è ancora un altro guaio non meno grave. Per l’esercizio delle linee a forti pendenze non solo la composizione dei treni deve farsi con prevalenza di carrozze a freno, ma occorrono speciali locomotive. Questo vincolo imposto al servizio lo rende difficile quando, per guasti od altro inconveniente, il materiale mobile diventi insufficiente, non potendosi sempre ottenere in prestito dalle linee vicine materiale idoneo.
Nel caso nostro basterebbe uno scontro che colpisca un «treno di locomotive di ritorno, od uno scoppio di dinamite nei depositi principali di locomotive speciali per disorganizzare tutto il servizio.
§ V. Forti rampe e miti pendenze. — Da ciò emerge la grande importanza che avrebbe una linea d’allacciamento fra la rete del Po e quella dell’Arno con pendenze non superiori alle massime (12 0/00) adottate per le nostre linee di pianura, cosicché l’esercizio possa effettuarsi collo stesso materiale, collo stesso personale, colle stesse norme dappertutto, e la nostra impotenza non possa ottenersi senza distruggere tutto il nostro materiale ferroviario.
In una parola l’obiettivo principale che sotto il punto di vista militare dobbiamo aver di mira è di permettere il transito inalterato da Bologna a Roma di qualunque treno proveniente dalle altre linee.
Quest’obiettivo è tanto più interessante in quanto che un solo ostacolo si oppone per raggiungerlo, la traversata dell’Appennino, essendo già le pendenze fra Firenze e Roma limitate al massimo del 12 per mille.
Un breve e semplice parallelo sulla potenzialità delle due linee in date eventualità, facili a verificarsi durante la guerra, ci permetterà di apprezzare meglio i vantaggi di una ferrovia militare colla pendenza del 12 per mille rispetto alle rampe Porrettane.