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rispetto alle opere consimili eseguite ed in corso di esecuzione per le traversate dell’Appennino, costituiscono un grave ostacolo alla pronta attuazione del concetto dell’Ing. Protche, non ne menomano però l’importanza astratta, avendo egli colla sua incontestata ed incontestabile autorità confermato ed esteso, oltre i limiti previsti per le nostre linee interne, un grande principio che merita di essere ripetuto colle stesse sue parole:
«Quante volte, mentre terminava di fare eseguire la ferrovia da Bologna a Pistoia, non ebbi a pensare, davanti all’ardimento dei sommi Sommeiller, Grandis e Grattoni: triste cosa il salir tanto alto, coll’imporre alla costruzione tanti costosi chilometri di strada in più ed all’esercizio tanti chilometri di maggior percorrenza, pieni di forti pendenze e di curve, e tutto ciò al solo fine di ridurre la lunghezza della galleria culminante!»
Facendo tesoro di queste idee, non abbastanza penetrate nella pratica delle costruzioni ferroviarie, abbiamo esaminato il problema delle comunicazioni ferroviarie fra Bologna e Firenze allo scopo di farne emergere l’importanza strategica, commerciale ed economica. Inoltre, prendendo come punto di partenza i progetti dei Comm. Protche e Zannoni, abbiamo tentato di ricondurli all’obiettivo cui erano stati diretti dapprincipio, con opportune varianti ottenute senza oltrepassare la pendenza del 12 per mille, senza incorrere in opere di difficoltà eccezionali, e conciliando gli interessi generali della Nazione con quelli del Mugello, di Firenze, Siena e Livorno.
Il risultato di questi studi, sviluppati colla scorta di pubblicazioni ufficiali e dei rilievi eseguiti dal R. Istituto Geografico Militare per la formazione della gran carta d’Italia a curve orizzontali, è qui raccolto; e rappresenta un tributo d’ammirazione a coloro che si occupano del perfezionamento delle comunicazioni ferroviarie fra Bologna e Firenze, dalle quali dipendono in proporzioni assai maggiori di quelle previste generalmente, i più vitali interessi della Nazione, come ora si vedrà.