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72 | confessioni d’un scettico |
spettato e di nuovo. Le potenze fino allora chiuse in una specie di sonno inerte, si disserrano risvegliate e commosse da un tepore dolce che le compenetra e le sverna in un riso sereno. Quel riso che ci esulta nell’anima rinnovellata noi lo riflettiamo nelle cose rinfrescandole nella gaudiosa primavera che ci cresce di dentro. Un ideale indistinto ancora ci si porge d’innanzi come visione fuggitiva; gli organi ci si commovono e ci si dischiudono come se aspirassero una vita più alta e più intensa. Son quelle le sacre settimane in cui la natura ci apparecchia per le sue nozze; ella ci sospende intorno al cervello un’aura d’illusione che ci affascina. La voce della sirena eterna che siede in mezzo alle cose ci chiama così soavemente che la resistenza si fa vana.
In una di quelle settimane tu m’apparisti, e l’ideale indistinto mi si dispiegò tutto nel tuo volto di donna. L’universo, in quel punto, mi si trasfigurò nel riso de’ tuoi occhi, e ciò ch’io vidi, ciò ch’io sentii in