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lettera xi. 63

dità del bene, il quale, presto o tardi, si fa via degli ostacoli trionfando sugli istinti degli organi. È qui la virtù che non domanda altro premio che di rivelarsi a sè stessa, di promoverne negli altri le attività sempre crescenti e sempre nûove del pensiero e del sentimento. La virtù non può coronarsi per altro modo, il suo paradiso è con essa.

Tu vuoi che l’ideale non si fermi nel tuo cervello, si trasfonda nelle cose e partecipi della vita di tutti; ma che altro è mai l’ ideale se non la vita di tutti che si trasmette nel tuo cervello, commovendolo ed esaltandolo fuori di se? quell’ideale che ti sembra un’ironia di sè stesso, è la forma più vera e più divina della natura che in lui e per lui si comprende e si compie. Addio.




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