Pagina:Confessioni d'un scettico.djvu/66

62 confessioni d’un scettico

è tua ma di tutti; non si ferma in te solo ma va pellegrina nel tempo echeggiando di cervello in cervello, si trasmette moltiplicata negli organi, e si fa eterna rivelandosi nell’ ideale ch’è la forma più vera della vita stessa. In quell’ideale che ti pare un sogno tu ripensi te stessa, ti comprendi, ti esalti, t’infuturi. Lì si raccoglie l’esperienza umana, e prima di convertirsi in idea di sè le convenne attraversare disastri immensi, patire ecclissi dolorose, ed insanguinare la sua via di martiri uccisi per conquistarsela.

Che è mai verso l’avvenire che ti si dischiude nel proprio cervello la fantastica fede dell’oltretomba? Qui è l’egoismo dei vili che si deifica in un mondo superstite, là è il sagrificio dei forti che si propaga in mezzo di noi, ci si fa consanguineo di spirito, e crea nelle coscienze la legge congiungendole fra loro nell’unità della vita ereditata da tutti. È qui il vincolo sacro che l’uomo si fabbrica in sè stesso come legge dell’esperienza. L’eredità della vita è dunque l’ere-