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50 confessioni d’un scettico

fica delle cose non colorate da nessun prisma romantico, non travestite da nessun dogmatismo, non adulterate da nessun mito del sentimento.

Quel giorno che il Dio di mia madre mi sparì dalla ragione, fu, non te lo nego, uno dei giorni più disperatamente amari della mia vita. Ora comprendo meglio le cose e non mi lagno più di quella perdita. Al di là dal crepuscolo d’un Dio che tramonta, mi si discopre l’infinito dell’essere colle sue leggi eterne; io m’esalto in quello spettacolo e respiro più liberamente in un altro Dio consanguineo, per così dire, alle cose che lo producono ad ogni stagione del tempo: egli è la primavera arcana degli spiriti che vi si svernano, in lui l’universo si specchia e si corona come nell’ideale di sè. Se tu provassi la gioia ineffabile del partorire Dio, dilatandolo in te stessa, e trasmettendone agli altri la scintilla creatrice, benediresti la natura che la risveglia negli organi e la storia che