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36 | confessioni d’un scettico |
Eppure io non mi pento della mia fede nel vero, rinnoverei gli assalti colla stessa pertinacia d’allora per conquistarmelo, e s’ei mi rivelasse la fraude di sè non mi lamenterei del mio fato. Chi sa che il vero non sia forse l’eco riflesso dai laberinti arcani del nostro cervello? che se la natura avesse collocato la fraude nel cuor di sè stessa, attirandovi, eterna sirena, le anime pellegrinanti sul mare dell’infinito, sarebbe poco pel saggio rivelarla qual’è? se la vita è una fraude perchè non si dovrebbe comprenderla? se le leggi dell’universo non odono le querele stolte del sentimento dovremo per ciò bestemmiarne gli effetti? L’ideale che ci splende nel nostro cervello e si spegnerà domani cogli organi è men divino per questo? non è bella l’oasi che ti rinfresca le vie del deserto? chi conosce la vita qual’è dominandola con la virtù dell’intelletto, è ben più saggio di tutti coloro che se ne fanno un Calvario di ascetici. Addio.
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