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34 | confessioni d’un scettico |
Oh! quel primo dischiudersi vivace, impetuoso, improvvido forse, d’una vita lungamente compressa, quel primo ribellarsi ad una servitù detestata, quel primo lampo che passa traverso la notte della coscienza illuminandone gli abissi, discoprendoti la parte inconscia di te stesso, è una delle rivelazioni più feconde della vita. Chi non l’ha provato non intenderà mai l’ebbrezza vergine e sacra del maturarsi nel vero. Il quarant’otto colle sue demenze politiche, colle sue rivoluzioni acerbe, co’ suoi disastri colpevoli, comunicò non di meno una scossa titanica all’ intelletto moderno. Fu come il voltarsi impaziente dell’Encelado europeo di sotto al giogo enorme che lo aggravava da tanti secoli. Il giogo gli rimase ancora sul collo ma ti annunciava le ribellioni venture che l’avrebbero abbattuto per sempre.
I grandi problemi scientifici della società contemporanea soffocati sotto la cappa di piombo d’un’educazione infausta mi s’apri-