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lettera v. 27

nata e non potrò giammai rifare in me stesso quello stato del sentimento, non potrò riprodurre le note misteriose che udii in quell’estasi piena; ma la poesia di quelle settimane inconscie della fede non è perduta. Dio fuggendo dalla mia ragione vi lasciò segnata un’imagine di sè stesso nell’ ideale che porto con me come conquista superstite d’un mondo sepolto. Addio.




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