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26 | confessioni d’un scettico |
provava ritrovandomi fra le teste ascetiche di salmeggianti, solcate dagli anni e dal dolore?
Quel mio mondo sparì per sempre nè io certo domanderei che mi fosse ridonato per riavere la pace che mi fu tolta, ma non so dimenticarlo. É una visione dolce e tenera che mi torna sovente alla memoria e mi fa sospirare come verso il paradiso perduto. Sognai di Dio e con Dio esaltandomi di lui ed in lui; l’amai, l’adorai col cuor ebbro di vita vergine e nuova; gli domandai il suo segreto ed il mio, il mio destino ed il suo; ragionava con lui come se l’avessi vicino; mi pareva qualche volta di udire la sua voce dietro la quale io correva con l’ardor trepidante del desiderio; ma quel sogno non era che una fraude degli organi allucinati, quella voce non altro che l’eco ripercosso dai labirinti del mio cervello. Ben so questo: eppure non mi pento di avere sognato Dio a tal modo. Da quel volo per l’infinito io me ne tornai coll’anima spen-