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lettera iii. 17

codardìa d’intelletto che non osa affrontare i divini pericoli del vero scientifico? perchè l’inerzia disonesta che ci fa chiudere gli occhi alla nostra salute e ci fa così sbigottiti delle nostre stesse conquiste? perchè bestemmiamo la verità chiamandola triste, allettiamo speranze nell’oltretomba, e ci ribelliamo al fato reputandolo un giogo che ci schiaccia non una legge divina da riprodurre in noi stessi?

È un dramma pien di dolore ch’io ti narrerò come s’è prodotto dentro di me in quegli anni terribili e sacri nei quali mi si dischiudeva la ragione dall’orizzonte della fede. Addio.



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