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lettera xxiii. 129

ragione; per ciò il Satana del Carducci è forse l’inno più idealmente vero dell’Italia contemporanea.

Dov’è l’orgia epicurea che ci si annunzia con un tono tra il compunto e lo sdegnoso da certi farisei del sentimento? Se in alcuni drammi ed in alcune liriche recenti lussureggia un po’ troppo l’escrescenza fantastica dell’osceno, ciò non rappresenta il realismo dell’arte, anzi ciò non è arte. Il realismo è la creazione organica di forme viventi, l’articolazione piena dell’ideale che si manifesta in esse e per esse. Non domandare all’arte una finalità morale che ripugnerebbe alla sua natura; l’arte non conosce altra finalità da sè stessa, cioè quella di creare forme viventi ed estetiche.

Non isbigottirti dunque di questo realismo che predomina omai nel pensiero contemporaneo; esso è l’effetto dell’evoluzione storica la quale creò nuovi centri nel nostro cervello. Il più dei poeti balbetta ancora l’evangelo dell’arte nuova e manda suoni