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lettera xxii. 121


Del pensiero che sorge nel cervello la minor parte è quella che ti apparisce alla sommità della coscienza, il resto ti vien dall’inconscio cioè dall’indistinto dell’essere che vi si rivela comunicandogli quel contenuto universale che lo feconda nel tempo, quella, direi quasi, continuità dinamica che lo congiunge coll’infinito. Tu vedi per qual modo nel cervello del genio, in cui le attività dell’essere sono più efficaci e più intense, si riflettano i pensieri eterni di Dio, come li chiama lo Spinoza che n’era ebbro; ei porta virtualmente segnato l’universo che v’eccheggia per entro ed è uno con lui.

Quando tu dici che la virtù del genio è creatrice sai tu quello che dici? ch’ei riproduce in un gruppo di pensieri ciò che la natura produce in un gruppo di moti; in quei pensieri c’è la natura nelle sue parti più alte e più vere. La natura ripensandosi nel cervello del genio si ripensa come idea di sè stessa, cioè universale ed eterna; la