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118 confessioni d’un scettico

per le mille demenze che lo sostentavano, e cospira ancora fra le rotte patite e l’abbandono della coltura europea che cresce e si moltiplica contro di lui. Ei trasportò l’uomo fuori della natura, noi lo ricollochiamo nella natura stessa; ei condannò le potenze della ragione, noi le santifichiamo esercitandole nel vero.

A che dunque cristianeggiare l’ideale scientifico che rappresenta la protesta contro l’ideale ascetico? La redenzione che noi aspettiamo per l’avvenire è ben altra da quella annunciata nell’evangelo; il nostro regno dei cieli non è quello dell’apocalissi messianica; anche la terra appartiene al cielo e fa parte, pur essa, dell’infinito vivente. La religione per noi non è giogo che opprime ma libertà che feconda; non è paradiso o supplizio d’oltretomba ma concorde ascensione degli intelletti umani ad una più alta coscienza dell’essere eterno che si manifesta con tutti ed in tutti. Addio.