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116 confessioni d’un scettico

ticato per mano d’Apolline; una reliquia morta di sè stesso. Il dogma è parte organica del cristianesimo, e se tu ne lo stacchi rifiutandolo come repugnante alla ragione e ti ribelli al sovranaturale su cui punta, per così dir, tutto, a che mi parli di un cristianesimo che rappresenti l’ideale eterno del sentimento? Il suo ideale è nell’apocalissi messianica, nelle speranze d’oltretomba, nel sagrificio della terra al cielo, della natura alla grazia. Quella tetraggine di peccato che respirò per tanti secoli l’umanità maledetta fin dalla cuna; quel perpetuo Calvario sollevato in mezzo alla vita come uno spettro di morte; quell’anatema feroce gittato sulla ragione abbattuta sotto il giogo della fede; quel disprezzo fanatico di tutte le leggi fisiche e storiche; quell’inerzia ascetica d’anacoreti digiuni che aspettano l’imbandigione promessa nel regno dei cieli, è forse ciò l’ideale che si converrebbe al secolo decimonono?

Eppure se il cristianesimo non è qui, esso è nulla. Se tu ne fabbrichi un altro col