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lettera xx. | 113 |
di Cristo colle sue ghirlande angeliche, co’ suoi tripudi di santi, co’ suoi concerti d’arpe e di liuti, colle sue ebbrezze estatiche. Oh! è ben vero che quel «morbo sacro» di cui parlava Eraclito ci siede ancora tenacemente nelle vene e ci rode gli spiriti lenti a ricrearsi nelle austere leggi della natura. Ma il fumo ascetico dell’orgia medievale si dissolverà, presto o tardi, negli splendori dell’epoptea redentrice d’intelletti sani. Addio.