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lettera xx. 111

redenti. L’universo non è più travagliato dalle doglie del parto aspettando l’apocalissi messianica; ei va per le sue vie eternamente giovine in mezzo alle ruine del tempo.

Affacciati, affacciati allo spettacolo nuovo che ti manifesta la scienza e sentirai dilatarsi l’energia del tuo pensiero purificato nelle leggi redentrici della santa natura. La salute dell’avvenire non ci viene che dalla scienza la quale edifichi il vero nel cervello e concordi la natura coll’uomo. La tetraggine ascetica delle religioni disconviensi omai al nostro mondo moderno che l’ha scossa da sè. Guai a noi se riabbasseremo la ragione sotto le forche caudine del dogma; guai a noi se aspetteremo la salute da Dio senza conquistarla dentro noi stessi per virtù propria; guai a noi se smezzeremo il cervello tra la scienza e la fede, continuando quegli abiti schiavi che ci hanno fin qui macerato in un gineceo intellettuale. L’esperienza di tanti