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lungo tempo, tenutí glíocchí alzatí verſo la volta, guardando poí ín gíu, poco vedeua ſi che s’eglí haueua a' legere una lettera o altre coſe mínute, glíera neceſſarío con le braccía tenerle leuate ſopra íl capo. Nondímeno dípoí appoco appoco, s’auſó a leggere anchora guardando à baſſo. Per queſto poſſiamo conſiderare, con quanta attentíone et aſſiduítà faceſſe queſt’opera. Molte altre coſe glí auennero, uíuente Papa Gíulío, Il quale ſuíceratamente l’amó, hauendo dí luí píu cura et geloſia, che dí qualunque altro ch’eglí appreſſo díſe haueſſe. Il che ſi può per quelche gía ſcrítto n’habbíamo, aſſaí chíaramente conoſcere. Anzí vn gíorno dubítando ch’eglí non fuſſe ſdegnato, dí ſubíto lo mando' a placare. La coſa fu ín queſto modo. Volendo Míchelagnolo per San Gíouanní andare fin à Fírenze, chíeſe danarí al Papa. Et eglí dímandando quando finírebbe la Capella, Míchelagnolo al’uſanza ſua glí ríſpoſe, quando potrò, íl Papa che era dí natura ſubíto, lo percoſſe con un babaſtoneFonte/commento: Pagina:Condivi - Vita di Michelagnolo Buonarroti, 1553 (A).djvu/120 che ín mano teneua dícendo, quando potró, quando potrò. Però tornato a caſa Míchelagnolo ſi metteua ín ordíne per andare ſenz’altro à Fírenze, quando ſoprauenne Accurſio, gíouane molto fauoríto, mandato dal Papa, & glí portó ducatí cínquecen