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nunzio che io era tolto a voi; a lui è conosciuto l’affanno che anco di presente mi grava e punge l’animo penosissimamente. Nullameno come feci allora, faccio pure adesso l’offerta di me al Signor d’ogni cosa, sia perchè nel volere del Sommo Pontefice io vegga il voler suo, sia anche perchè io tenga la persuasione, che l’immenso sacrificio che egli vuole da me, sarà a voi di grandissimo vantaggio, conciossiachè vi rechi la lieta sorte di avere nell’esimia persona di Monsignor Pietro Maria Ferrè un pastore non già più affezionato di me ai vostri più cari e più veri interessi, ma di me assai più degno, più dotto, e più pio.

Da voi tutti adunque, o Carissimi, io prendo congedo. È così buono il vostro cuore, che io porto speranza che vi sovverrà talvolta della mia persona. Io dalla sede di Ambrogio rivolerò di frequente col pensiero e col cuore a voi; di voi parlerò spesso alla novella mia famiglia; di voi farò sempre memoria nelle mie preghiere; di voi serberò imperitura e grata ricordanza. No, non sarà mai che io dimentichi che tanto nel tempo della gioia, quanto in quello della trepidazione i nostri cuori si mantennero sempre strettamente congiunti; no, non sarà mai per volgere d’anni e