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stesso Conte, il quale confuso licenziò i due sposi col loro seguito. Si pretende che dopo quel fatto il Conte fosse divenuto men inumano. Non ci è conservato che il nome di battesimo d’una sì coraggiosa e lodevole eroina, la quale abitava nella Comune di Soazza.
Causa le dissensioni che regnavano nella Rezia, verso la fine di questo periodo, cagionate dai grandi della Germania, la Val Mesolcina passò, per intrighi d’un certo curato Comasco che funzionava nella parrocchia della Calanca, sotto il Dominio spirituale del Vescovo di Como, restandovi però solamente pochi anni.
Durante lo spazio di sette cento cinquantanove anni, cioè dall’ultima breve sua indipendenza, la Mesolcina sottomessa, fu primariamente amministrata da’ Governatori sotto i Goti, da’ Conti sotto i Re franchi, da’ Governatori sotto i Lombardi, indi di nuovo da’ Conti sotto i Carolingi, e più tardi da quelli del germanico Imperatore. Sotto gli uni, come sotto gli altri la Valle fu sempre dispoticamente governata, e più o meno tiranneggiata in diverse maniere, e sotto tutti que’ Governi, ha sempre dovuto con proporzione contribuire quel numero d’uomini che esigevano le circostanze ed i capricciosi voleri.