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scorre lungo una valletta; luogo ove essi si riposavano sovente in compagnia pascolando le loro capre. Questa pietra sulla quale si vede sino al giorno d’oggi con chiarezza e perfettamente impressa l’orma d’una pedata che serve per assicurare il passo, traversa il piccol sentiere che conduce ai vicini molini, a poca distanza ed al di sopra del nuovo stradale tra Castaneta e Molina. Tal pietra potrebbe con ragione essere chiamata la pietra della costanza, poichè la povera fedele pastorella non mancò di mantenere la giurata promessa per tutto il tempo di sua vita, giacchè il di lei amante non ritornò più dalla Palestina. Dopo la morte d’Elisabetta, i parenti dei due amanti, per eternare un tanto attaccamento, fecero, al di sotto di quella pietra, construire una piccola cappella che anche oggigiorno si vede quasi diroccata a pochi passi al di sopra dell’accennato stradale.

È pur degna di ricordanza la virtuosa resistenza d’una giovane mesolcinese la quale viveva in quel tempo. Il Conte che dominava la Valle verso la metà del duodecimo secolo s’invaghì della vezzosa figlia del pedone1, allorchè essa un giorno con garbate maniere, incaricata dal

  1. Nome dell’impiegato nella Valle il quale s’incaricava delle commissioni pei particolari, e più tardi l’incaricato per il porto e distribusione delle lettere.