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Valle avrebbe in seguito sofferte sotto quella famiglia. Alcuni pastori coll’idea forse di voler perfezionare alcuni pascoli, attaccarono imprudentemente il fuoco sulla montagna verso l’estremità di Valbella, ove tutto era secco, essendo quella stagione stata generalmente assai arida, ed essendovi insorto un forte vento, le fiamme s’impossessarono ben presto d’ambe le parti laterali della Valle, le quali erano coperte di folte foreste, composte la maggior parte d’annosi larici enormi. Inutili furono tutti i soccorsi per estinguere il fuoco, il quale anzi si dilatò orribilmente sempre più alimentato dal gagliardo ed impetuoso vento. I poveri spaventati abitanti di quelle contrade cercavano solamente di poter salvarsi strascinando seco quanto possedevano di più prezioso, ed arrivavano confusi all’uscir della Valle coi loro fardelli, portando chi i decrepiti loro genitori, le madri i teneri loro cari pargoletti, e chi li loro infermi parenti ed amici: compassionevole vista! I pochi paesi che esistevano al di dentro d’Arvigo furono totalmente incendiati, perchè le loro case erano in quel tempo tutte costrutte in legno. Alcune persone nella confusione restarono vittime di quell’orribile incendio, come pure quasi tutto il bestiame che si trovava su quelle montagne. Il letto del fiume Calancasca lungo la Valle sino