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Tosto che il Governo Cantonale seppe tal funesto avvenimento, spedì immantinente il Fiscal Cantonale per inquisire sul fatto, ed il prevenuto Vescovo Diocesano la provvisoria sospensione al Canonico fratello del suicida, perchè sospettato complice del successo. L’Inviato governativo prese tutte le prescritte misure e perquisizioni sull’avvenuto, ma fu verificato che il solo Giuseppe figlio ne tramò l’azione.

Subito dopo il terribile fatto, la contaminata Collegiata di s. Vittore venne canonicamente chiusa ad ogni funzione ecclesiastica, e non aperta che novant’otto giorni dopo dietro supplichevoli istanze di quell’afflitta popolazione.

I disgustati due figli del padre Giuseppe Togni, cioè il Canonico e Pietro, che si trovavano allora in paese, abbandonarono la patria coll’intenzione di raggiungere gli altri due fratelli assenti, per così tutti quattro rendersi assiame nell’America, lasciando essi nella più grande angoscia i canuti loro genitori.

I delusi partitanti della nuova rigettata riforma non mancavano di sempre eccitare la Calanca Esteriore affinchè persistesse almeno nel voler per l’avvenire, come aveva già incominciato, adunare separatamente i suoi successivi Vicariati per la nomina dei membri del proprio Magistrato, ciocchè le fu concesso dalla debole Radunanza