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esercitare l'arte di vetraro. Dopo un’anno circa d'assenza, Clemente caduto in malattia di consunzione, ripatriò, ma neppur giovandogli l’aria nativa, volle ritornare in Francia, ove in quell'istesso anno finì i rammaricati suoi giorni. Sentendosi egli vicino al morire, fece scrivere all’amico gli ultimi suoi teneri addio, e che avrebbe di cuore desiderato che il giovine suo fratello Carlo sposasse col tempo la figlia di Maria, la quale aveva allora un’anno, per cosi conservar almeno in famiglia la rimembranza della reciproca loro fedele amicizia: brama che non potè venir effettuata causa impreveduti avvenimenti.
La nuova della morte di Clemente afflisse profondamente Giuseppe. Questi allora narrò alla sua moglie l'intrinsichezza che esisteva fra loro prima del matrimonio che sin qui le aveva mai affatto disvelata; ed essa si sentì risvegliare un’inutile vecchia fiamma, e conobbe troppo tardi di aver ella perduto chi l'amava del più tenero e sincero amore, come il di lei marito perduto avea il più fedel degli amici.
Dopo l'accennata sentenza Tschudi del 1511, concernente i confini col Contado di Bellinzona, insorsero di quando in quando forti particolari questioni fra gli abitanti di Roveredo e di s.Vittore, e quei di Lumino riguardo al diritto di pascolare, ed il Governo di quel Con-