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perdita d'un uomo e d'alcuni feriti d'ambe le parti. Allorché poi li due opposti corpi si trovavano separatamente riuniti per ricominciare le ostilità, un certo Gabriele Gabrielli probo Roveredano montato sul suo cavallo ventolando un fazoletto bianco, percorreva coraggiosamente da ogni parte, inculcando la sospensione d’un nuovo attacco; e pervenuto sul detto ponte, invitò ad alta voce i Capi dei due partiti di rendersi colà, ai quali propose li seguenti articoli di pace: che si deponessero le armi; perdono generale; la cassazione degli ufficiali nominati nel nuovo Vicariato solamente fatto dai pretisti, abilitando solo gli antecedenti legalmente eletti; e riguardo le Missioni da rapportarsi a quanto sarebbe su di ciò deciso in Roma. Articoli che vennero accettati dalle due parti, anche per influenza di quell'umida e fredda giornata; e così ognuno ritornò alle sue case.

Tal pace durò però poco tempo particolarmente in Roveredo perchè tutte quelle Radunanze che si tennero in seguito entro l'anno non andarono esenti da instigate risse.

In una sera degli ultimi giorni di dicembre fu ammazzato sulla strada chiamata dei Morti in Roveredo l'Alfiere Tommaso Tini, uno dei primi fautori del partito pretista, ciocché irritò vieppiù i suoi aderenti sulla supposizione che