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All’occasione che Giovanni Aspermont Vescovo diocesano si portò nel 1611 in visita nella Mesolcina, concesse a tutte quelle Comuni delle due Valli che non erano parrocchie d’esser Cure separate, però senza pregiudizio dei diritti sopra le quali aveva il Capitolo di s.Vittore. Le sole tre chiese di Cabbiolo, di Leggia, e di Castaneta restarono filiali; la prima della parrocchia di Lostallo, la seconda di Cama, e la terza di Santa Maria di Calanca. Le due prime ottennero però il diritto d’esercitare le funzioni parrocchiali.

La Mesolcina, come anche molte altre Comuni della Repubblica conchiusero nel 1613 separate capitolazioni coll'Ambasciatore di Venezia quantunque esistessero delle severe proibizioni emanate dalla Dieta generale delle Tre Leghe contro qualunque ingaggiamento per le estere Potenze, e sebbene gli altri Ambasciatori, particolarmente il Francese, facessero del tutto per impedirle. Fra i quaranta Capitani che in quell'occasione le Comuni capitolanti fornirono a Venezia, cinque erano Mesolcinesi che Sprecher nella sua Storia delle guerre della Rezia nomina pure, cioè Gio. Antonio a Marca, Giacomo Tognola, Valentino Raguzini, Lazzaro Righetti, e Giacomo Pedrosi.