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alla sua Diocesi, per cui impiegava l’instancabile suo zelo per impedire l'avanzamento degli scismi ed eresie nel suo dominio spirituale, col portarsi in persona ove il bisogno l'esigeva, come avea già fatto nei Baliaggi svizzeri italiani, nella Valtellina, ed in altri luoghi.
Otto giorni prima che il santo Arcivescovo partisse da Milano per rendersi nella Mesolcina, giudicò necessario di spedirvi anticipatamente Borsatto celebre giureconsulto col titolo d’Inquisitore, affinchè con carità e prudenza procedesse nei debiti ed umani termini di giustizia contro le persone credute malefiche e scismatiche.
Tosto che si annunciò l'entrata di san Carlo nella Valle e durante che l'Inquisizione proseguiva nel far i processi, quattro numerose famiglie di Mesocco, le quali avevano pubblicamente abbracciata la riforma, abbandonarono patria e beni, ritirandosi nei vicini confederati oltramontani paesi, ove trovarono fraterna accoglienza, per così evitare le persecuzioni alle quali senza dubbio sarebbero state esposte, giacchè il restante della popolazione si era dichiarata contro le nuove massime di Zuinglio e di Lutero.
A’ tre di novembre arrivò in Valle s.Carlo accompagnato dal Padre Panigarola, da Achille Gagliardi e da Bernardino Morra suo Auditor