Pagina:Compendio storico della Valle Mesolcina.djvu/105


99

nati per il ricevimento delle imposte che doveva pagare tutto ciò che sarebbe entrato o sortito dal paese; ma gli abitanti s’opposero a simili arbitrii, e scacciarono con energia gl’impiegati che erano stati mandati in quei due luoghi, distruggendo nell’istesso tempo tutti i materiali destinati a comporre quegli ufficj, e non vollero sottomettersi ad altri gravami di gabelle che a quelli i quali erano di ragione devoluti alla Signoria del castello di Mesocco.

Il sopraccitato Giacomo Trivulzio, il quale aveva ottenuto il privilegio di far coniare monete d'oro e d’argento, fece a tal fine, già nel primo anno in cui si stabilì nella Mesolcina, costruire in Roveredo una piccola Zecca, che più tardi fu poi adottata qual Residenza di Valle, chiamata pure la Zecca. Anche oggi giorno si vedono alcune di quelle monete d’oro e d’argento.

Incominciando dalla fine del decimo quinto secolo sino alla venuta di s.Carlo Borromeo, era pure nella Mesolcina il periodo delle superstizioni, conseguenza della massima ignoranza in cui generalmente il popolo languiva. Come punti

di fede si credeva in quel tempo all’esistenza delle streghe, cioè persone le quali avessero relazione col demonio, e tenessero di notte tempo i loro berlotti1 sulle cime dei monti, nei cupi

  1. Così si chiamano quei supposti congressi.