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per se stesso d’essere amato: e questo dolore si chiama anche contrizione.
D. Perchè chiamate voi perfetto il dolore di contrizione?
R. Chiamo perfetto il dolore di contrizione per due ragioni: 1.ª perchè riguarda la bontà di Dio per se stessa; 2.ª perchè ci fa subito ottenere il perdono dei peccati, restandoci però l’obbligo di confessarli.
D. Quale è il dolore imperfetto o di attrizione?
R. Il dolore imperfetto o di attrizione è quello per cui ci pentiamo di avere offeso Dio, come sommo Giudice, cioè per timore dei castighi meritati in questa e nell’altra vita pei nostri peccati.
D. È sufficiente il dolore imperfetto, ossia l’attrizione, per ottenere il perdono?
R. Il dolore imperfetto, ossia l’attrizione, è sufficiente per ottenere il perdono delle colpe, quando vi si unisce l’assoluzione sacramentale.
D. Qual’è il male che si fa peccando?
R. Il male che si fa col peccato mortale sta specialmente in ciò, che per esso si perde la grazia di Dio ed il paradiso, si meritano le pene dell’inferno, e si offende Dio nostro Signore e Padre che ci ha fatto tanti benefizi, che tanto ci ama, e che ha un diritto infinito d’essere amato sopra ogni cosa e servito fedelmente.
D. Il dolore deve estendersi a tutti i peccati?
R. Sì, il dolore deve estendersi a tutti i peccati mortali commessi.