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sero in capo una corona di spine, sulle spalle uno straccio di porpora, in mano una canna, e schernirono salutandolo re.

Ma tutto ciò non essendo bastato ad acquietare il furore dei suoi nemici e della plebe tumultuante, Pilato lo condannò alla crocifissione.

110. Allora Gesù dovette sottoporre le sue spalle ad un duro tronco di croce e trascinarlo fino al Calvario, dove denudato, abbeverato di fiele e mirra, inchiodato alla croce ed innalzato fra due ladroni, in mezzo ad un mare di spasimi e di tormenti, dopo tre ore di penosissima agonia, spirò pregando per i suoi crocifissori, che non cessarono perciò dall’inferocire. – Anche morto, ebbe il cuore trapassato da un fiero colpo di lancia.

111. Nessuna mente umana può imaginare, nessuna lingua può esprimere quanto Gesù dovette soffrire e nella notte del suo arresto, e nei diversi viaggi dall’uno all’altro tribunale, e nella flagellazione, e nella coronazione di spine, e nella crocifissione, e finalmente nella lunga agonia!... Solo l’amore che ne fu causa, può ridestarne una pallida imagine nei cuori riconoscenti.

Maria santissima assistette con sovrumana fortezza alla morte del suo divin Figlio; e unì lo strazio del suo cuore ai dolori di Lui, per la redenzione del genere umano.

Come nella vita, così nella morte il Padre celeste fece risplendere la divinità di Gesù Cristo; mentre era in croce, il sole si oscurò e si coprì la terra di densissime tenebre; al suo spirare, la terra traballò con spaventoso terremoto; il velo del tempio si lacerò, da capo a fondo, e parecchi morti, usciti dai sepolcri, si videro in Gerusalemme ed apparvero a molti.

Sepoltura di Gesù, sua Risurrezione
e sua Ascensione al Cielo.


112. Gesù fu crocifisso e morì in giorno di venerdì e nella stessa sera, prima del calar del sole deposto dalla croce fu sepolto in un sepolcro nuovo, a cui si posero i