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88. V’era nel tempio un santo vecchio di nome Simeone, il quale aveva avuto rivelazione dallo Spirito Santo che non sarebbe morto prima di vedere il Cristo del Signore. Ei si recò in braccio il divin Fanciullo, e riconoscendolo per suo Redentore, pieno di giubilo lo benedisse e lo salutò con quel tenero cantico – Nunc dimittis – che la Chiesa canta sul fine dell’ufficio di ciascun giorno.
In quell’ora stessa sopravvenne una piissima e vecchia vedova, la quale vedendo il divin Bambino ne giubilò nel suo cuore, e in seguito parlava di esso a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Israele.
I Magi.
89. Qualche tempo dopo la nascita di Gesù entrarono in Gerusalemme tre Magi, ossia Sapienti, venuti dall’Oriente, domandando dove era nato il Re dei Giudei.
Stando nel loro paese avevano osservato una stella straordinaria, e dalla medesima, secondo un’antica profezia nota nell’Oriente, avevano conosciuto che doveva esser nato nella Giudea l’Aspettato dalle genti; ispirati da Dio, seguendo il cammino indicato dalla stella, erano venuti ad adorarlo.
Regnava allora in Gerusalemme Erode, detto il grande, uomo ambizioso e crudele. Questi alle parole dei Magi turbossi molto; s’informò dai principi dei sacerdoti in qual luogo doveva nascere il Messia e, saputo che il luogo indicato dai Profeti era Betlemme, vi mandò i Magi raccomandando loro di ritornare prontamente da lui, simulando di voler anch’egli portarsi ad adorare il nato Bambino.
I Magi partirono; e tosto la stella (scomparsa sopra Gerusalemme) riapparve ad essi, guidandoli alla dimora del Divino Infante in Betlemme, sopra la quale si fermò. Essi vi entrarono, e trovato il Bambino con Maria sua Madre, si prostrarono, l’adorarono, ed aperti i loro tesori, gli offrirono oro, incenso e mirra, riconoscendolo come re, come Dio, e come uomo mortale. Nella notte poi, avvertiti in sogno di non ripassare da Erode, per altra via ritornarono nel loro paese.