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e la forza de’ ceppi potessero essere di un felice presagio per la qualità dei raccolti, si sceglierebbero preferibilmente i climi del Nord, dove i sarmenti vigorosi, ben nutriti, carichi di larghe foglie annunciano una vegetazione abbondante; ma questi indizj ingannevoli prevengono in modo vantaggioso i coltivatori istrutti, che sanno perfettamente, che il calore non potendo essere sufficiente per elaborare questa troppo grande quantità di succo, la maturità dell’uva non si opererà, che in modo imperfetto, e che si otterrà costantemente in queste regioni un vino senza sapore, debole, e spiacevole.

Le vigne più considerabili, e più rinomate si trovano tutte tra il 40 e 50 grado di latitudine, ed anche un poco in qua dall’ultimo termine, perchè contando dal 48 sino a tutto il 49 e 50, la verdura ch’esiste nel frutto, non avendo potuto essere modificata dal calore, l’uva acre, e senza aroma, non contiene nemmeno i principj necessarj per dare del buon aceto; e dopo la fermentazione, il vino non deve quel sapore acido, che à un altro acido, che vi si trova abbondantemente sparso. Se le stesse piante potessero essere indistintamente coltivate in tutti i climi, se dassero per tutto i vini di Bordeaux, e di Bourgogne, si avrebbe una prova irrecusabile, che le differenze del clima, del suolo, e della plaga, non sono, che cause immaginarie, la di cui influenza è affatto nulla: ma noi non possiamo dubitare, dopo le numerose sperienze, che sono state fatte, che le margotte di una eccellente vigna, trasportale in altro paese, non anco più dato gli stessi risultati, e siamoassicu-