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tano dei getti vigorosi, ed al secondo anno si può tagliare assai a lungo.

Ecco dietro il sig. Bestroy alcune osservazioni, e principj preziosi su questo procedere, ch’è il più sicuro tra quelli che si conoscono. «L’innesto riesce male nei terreni assai congelati, ed aridi, perchè il sole lo secca prima che abbia preso: per la stessa ragione prende difficilissimamente in un suolo che non à fondo: toltine questi due casi, egli riesce egualmente in ogni sorte di terra, purchè si faccia bene, in conveniente stagione, col buon tempo, sopra soggetti vigorosi, con marze accuratamente conservate, e purchè si scelgano delle specie analoghe. Perchè l’innesto sia ben fatto, bisogna che il soggetto sia sano, che non abbia nodi nel luogo che si fende, che la fessura sia eguale affatto, che il taglio del tronco sia vasto, che la marza sia tagliata a tre occhi. Il primo occhio deve toccare il soggetto: il secondo trovarsi a fior di terra. Bisogna che la marza sia tagliata in forma angolare, cominciando al disotto dell’occhio il più basso, sino a tre quattro centimetri circa (2) discendendo, e diminuendo la grossezza; che la corteccia della marza tocchi quella del soggetto in quanti più punti è possibile, e alla fine, che il tronco sia legato con un vinchio debole, e pieghevole per fissare la marza.»

Subito che il succo à cominciato a mettersi in moto, il che arriva secondo i climi, in germinale, o pratile (marzo e aprile) scegliete allora, per innestare la vite, un tempo nuvoloso, e un vento di Sud-est o Sud-ovest: ma evitate i venti del Nord,