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trovando più l’umido necessario per sollecitare la formazione del succo, non resisterebbero ai primi calori; nelle contrade che abita, l’inverno non è mai tanto forte per impedire lo sviluppo delle radici, che in ogni caso saranno assai ben disposte per effettuarlo al venire de’ bei giorni. Al Nord all’incontro, non si può piantare che dopo l’inverno, per ragione dell’umidità che regna ordinariamente in questa stagione, marcisce la parte messa in terra, intanto che la parte superiore è sovente distrutta dal gelo.
Il sig. Maupin in un trattato che pubblicò sulla vite nel 1763, all’articolo della distanza de’ ceppi, risolve la questione in una maniera generale per tutti i climi; deduce dalle sue sperienze conclusioni false, ed estremamente pericolose per quei coltivatori, che fossero tentati di seguirlo.
Se si potessero sospettare le intenzioni del sig. Maupin, se non si fosse persuasi della buona fede, ch’egli à messo nelle sue ricerche, si potrebbe credere, che non avesse altro scopo, che di far portare alla vite la maggior quantità possibile di uva, e farle acquistare quelle proporzioni straordinarie, cui arriva nei climi infuocati dell’Africa, e dell’Asia. Parla sempre, con una specie di entusiasmo della forza che le sue viti acquistano col suo metodo: gettavano talmente in legno e in frutti, erano così belle, che non si potevano vedere senza sorpresa. Citando le viti della contessa di Pons, che aveva disposte alla sua maniera, ecco come si esprime: « Al sesto anno, ch’è quello che ò cessato di vederla, questa vigna situata sopra una ghiajaja di un’assai cattiva sabbia, portava un legno in-