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to, secondo la natura del luogo. Vi piantò delle viti, le quali con sorpresa di tutti produssero, e producono ancora il miglior vino del paese. Allorchè questi rottami di pietra sono riscaldati dal sole, sarebbe impossibile sopportarne il calore, e di camminarvi sopra a piede nudo. Questo luogo si chiama souberain, vicino a Gaujac.»

Si può mettere nel numero delle buone preparazioni, che sono in uso per disporre le terre, che si vogliono piantare a vigna, il metodo di seminare, nel corso di qualche anno, dei legumi, soprattutto i fagiuoli e la fava, i quali rendendo necessarj dei frequenti lavori, apparecchiano la terra, e la migliorano, tanto più che il concime che si adopera così per tempo produce, in questo solo caso, e sempre col più grande successo il trifoglio, e la lupinella, (sainfoin) i quali ànno il vantaggio di distruggere tutte le piante parassite, e dividere la terra colle loro lunghe radici, che bisogna allora strappare colla maggior cura.

Dopo avere ben lasciato seccare gli steli e le radici, si abbruciano, e si spargono le ceneri sul suolo.

S’impiegano, ad oggetto di perpetuare una vite, i piccoli rami tagliati sul ceppo, i talli, le barbatelle, le piante con radici, le margotte, e i sarmenti. I piccoli rami del ceppo, chiamati anche marzi, è una parte del sarmento pullulato fra l’anno, a cui si lascia una parte del vecchio legno, che non serve ad altro sicuramente, che a provare il punto dove è stato tagliato il nuovo getto: senza quel vecchio legno, la marza non sarebbe che un tallo o getto dell’anno.