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vano sempre un poco di asprezza, si stillano due; tre volte, tanto sole, che con vino, per farle perdere quel gusto spiacevole.


Distillazione dello spirito di vino.


Quand’anche gli usi moltiplici dello spirito di vino non assicurassero ai proprietarj il pronto smercio, non dovrebbero niente meno convertire in questa sostanza tutta la loro acqua-vite; perchè sotto questa forma esige un numero minore di botti; per il di lei piccolo volume è di un più facile trasporto, e le distillazioni, che à subite l’ànno talmente purificata, e disimbarazzata dai corpi estranei, che lungi dal ritenere la più piccola asprezza è divenuta più fina, e più odorosa. La miglior maniera di operare è quella di stillare a bagno-maria. Si riempie di acqua la caldaja, e si mette nella cucurbita la quantità di acqua-vite, che si giudica necessaria. Subito che l’acqua bolle, il liquido comincia a scorrere, e lo spirito di vino, che si ottiene è assai puro, e non è caricato che di una piccolissima quantità di olio essenziale. Ma questo metodo sgraziatamente non è il più usato, e gli si preferisce, sebbene più cattivo, quello di stillare a fuoco nudo.

L’operazione dev’essere condotta con molto lantore, ed attenzione, e il mastello continuamente raffreddato con nuova acqua, perchè senza questo l’acquavite, scorrendo con troppa rapidità per la forza del fuoco, s’infiamma, e produce un incendio, che si à gran pena ad estinguere. Si giudica