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teramente tutta la parte colorante del legno, e il principio astringente che contiene.

Potrebbesi servire con vantaggio della conca del sig. Moline, facendo discendere sino al fondo il tubo destinato all’apertura dell’acquavite, che dovrebbe scorrere da più buchi piccoli. La seconda apertura, destinata a lasciar fuggire l’aria, dovrebbe essere guernita di una leggera animella, che chiudesse benissimo, subito che l’aria avesse cessato di agire su lei. Si potrebbe giudicare la quantità di pinte di liquido contenuto nella conca, col mezzo di un regolatore di vetro adattato alla parte esterna della conca. La prova, o provetta è un piccolo vaso di cristallo, lungo 3, 4 pollici, del diametro di 6, 8 linee. Si riempie a metà di acquavite, e dopo averlo chiuso col pollice, e battuto sulla coscia, i mercanti giudicano del suo titolo dalla durata delle bolle. Questo modo è tanto inesatto, che non può servire che per uomini esercitati, che il più spesso la giudicano benissimo, e soltanto dietro il sapore e il suo salire.


CAPITOLO II.


Della migliore costruzione di una stanza destinata ad abbruciare.


Si dà il nome di stanza destinata ad abbruciare al locale, in cui sono posti tutti i vasi, ed istrumenti, che servono alla distillazione dei vini. Una delle cose più importanti, che deve decidere della sua posizione è la prossimità delle acque, che so-