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quercia, di castagno di tre, quattro pollici di grossezza. Ogni cerchio à da una parte un arpione, e dall’altra una cavità. I quattro ordini posti al suo luogo formano un telaro solidissimo. Cadauna faccia deve toccare in tutti i suoi punti la faccia della tina; tutte le parti sono chiuse fortemente le une contro le altre, col mezzo di chiavi, che sono fatte in modo cuneiforme.

Le tine a cono troncato, che in molti paesi si chiamano, tine en saloirs, non solo offrono un gran vantaggio colla solidità dei loro cerchi, ma rendono nello stesso tempo il cappello della vendemmia più solido, e si oppone maggiormente allo sprigionamento dei principj spiritosi.

I diversi legni indicati per la costruzione delle tine contengono tutti un principio amaro, dal quale non possono essere disimbarazzati, che dal loro soggiorno per molti mesi nell’acqua corrente, o in quella di fosse sovente rinovata. Sendo cavate dall’acqua, si ammucchiano in maniera, che vi sia tra ogni doga uno spazio sufficiente, perchè l’aria possa liberamente circolarvi, e non si deve servirsene per fare le tine, se non sono perfettamente secche. Ecco le operazioni preliminari da far subire a quelle, che sono nuove: quindici giorni prima della vendemmia, empirle interamente per assicurarsi se spandano da qualche apertura, e per levarle le ultime porzioni del principio amaro, e colorante. Dopo averle fatte bene sgocciolare, ed averle asciugate, vi si versano alcune caldaje di mosto bollente, e per opporsi allo sprigionamento de’ vapori, che devono interamente imbevere la tina, si ricopre con buoni coperchi. Bisogna ricominciare più volte questa o-