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per tramutare, che un tempo secco e freddo, e sopra tutto un vento di Nord.

Si tramutano i vini, impiegando delle maniche di cuojo, una delle quali estremità chiude ermeticamente l’apertura della botte da travasare, intantochè l’altra penetra in quella vota: allora si fa passare il vino nella seconda, adattando alla prima un mantice, vi si accumula l’aria, la quale non potendo sortire, agisce sulla superficie del liquido, lo sforza a scendere nella manica, e passare così nell’altro vaso; oppure si adoperano dei sifoni di ferro-bianco, il cui meccanismo è sì poco conoscuto da chi li fabbrica, che fanno sovente ambedue le braccia eguali, senza sapere che la maggior lunghezza di un braccio è necessaria, perchè questa pompa possa produrre il suo effetto. Questi due modi, malgrado i loro vantaggi, presentano in pratica molte difficoltà sopra tutto per i vini sulla feccia, che non si otterranno mai chiarissimi. Si può tramutare più comodamente, mettendo alla botte piena una grossissima cannella di rame, la quale somministrando molto alla volta, può permettere di tramutarli in pochissimo tempo. Si giudica in seguito quando il vino comincia a divenire torbido, e si è padrone di arrestare subito questa operazione: il che si fa con un vaso grande ed un imbuto lungo, per impedire che l’aria si meschi al vino. Ciò non basta ancora per i vini, che si desiderano di una grande limpidità, e sopra tutto per vini bianchi, si è obbligati di chiarificarli. Chiarificare i vini si fa con una soluzione di colla di pesce, che si agita nel vino, o in una piccola porzione, che si riunisce in seguito alla massa del liquido; o piut-