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un altro meno pericoloso: ma poichè non possiamo prevenire il male, offriamo almeno modi per arrestarlo, indicando qui in poche parole i soccorsi da dare agli asfitici.

Per richiamare alla vita un asfitico, ecco i modi che si devono applicare.

Bisogna esporre subito l’ammalato all’aria libera, sederlo sopra una sedia di appoggio, spogliarlo nudo, gettargli nel viso dell’acqua fredda in poca quantità, e strofinargli tutto il corpo con stoffe nuove di lana imbevute di acqua-vite, o di aceto, o di acqua e sale. Si può eccitare l’interno delle narici con piccole punte di carta bagnate nell’acqua melissa spiritosa composta1, nell’aceto, e mettergli un lavativo con un buon cucchiajo di tabacco in polvere. La contrazione è alcune volte tanto violenta, che la mascella serrata con forza si oppone all’intromissione dei diversi liquidi. Si può tentare di aprirla coll’estremità di una forchetta di ferro, o far passare il liquore per il vacuo, che puossi trovare fra due denti. Bisogna continuare senza perdere coraggio questo trattamento per più ore, e qualche istante dopo che l’ammalato è tornato in vita. Si porterà in seguito in una camera colle finestre aperte, sopra un letto col solo len-

  1. L’autore scrive eau de carmes, la quale appunto non è altro che l’aqua melissae, spirituosa composita s. Carmelitarum dicta s. Spiritus Carmelitarum. — Vedasi il dispensatorium universale del sig. dottor C. F. Reuss. Argentorati 1791. T. 1 p. [illeggibile] ― Il Trad.