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86 ANNA COMNENA

vivere in paese straniero, celando sotto l’onesto nome di prefettura la pena dell’esilio. Nel dolersi poi con prolissa narrazione delle sue traversie, e nel riferire più distintamente le calunnie de’ servi e tutti gli altri argomenti e motivi delle sue calamitadi, trovò in Alessio, giusta i proprj desiderj, un efficacissimo consolatore, l’uomo d’una più che intrinseca amicizia e di poter sommo, il quale assicurollo, stando per dare fine al discorso, che il Nume sarebbesi fatto vendicatore de’ suoi mali; e chiestogli di non smenticare la reciproca loro amicizia entrò nella città, e l’altro diedesi a proseguire l’intrapreso viaggio.

L. Questi poscia al metter piede in Dirrachio, udito da quinci l’apprestamento di Roberto e da quindi il prospero evento di Alessio, pervenuto di già all’impero, cominciò destramente a provvedere alle occorrenze sue, ed in ispecie si determinò ad osservare perfetta neutralità infra ambedue, non mancando tuttavia l’esterna sua ripugnanza al parteggiare d’indizj appalesanti un animo intento a fantasticare più occulte cose. Di fatti avendogli scritto Alessio come, addivenuto scopo di grandi vessazioni e pericolando eziandio soggiacere ad un pronto accecamento, si fosse veduto costretto ad insorgere contro i tiranni, e che a sostegno di cotanto illustre e necessario imprendimento implorava pieno di speranza la cooperazione dell’amico da lunga data, col procacciargli ovunque potesse danaro in moltissima copia e tosto spedirglielo, nulla riputando più utile per condurre a buon fine l’opera difficilissima cui erasi cimentato, quegli di rimando colmollo di sovrabbondanti officiosità senz’ajutarlo onninamente di pecunia. Laonde con