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LIBRO PRIMO. | 73 |
gorio si desse tutta la premura onde far manifesto non doversi la superchieria praticata contro a’ legati riferire alle persone loro bensì a quella dello stesso re, e per ciò, a cumulo di tutte le crudeltà delle quali furono vittime que’ meschini, imaginò pel primo l’antedetto strano genere d’ingiuria a significare quanto stimasse poco e sprezzasse il re, cui mostrava, a foggia di semideo imperversando colla ingiuriosissima turpitudine verso quei legati, disdegnarlo qual babbione.
XLI. Il pontefice con questa sua gravissima disistima della regale persona essendosi tirato addosso una orribile guerra e paventando con l’unione di Enrico a Roberto, pur questi in allora poco affezionato al papa, di non aver mezzi sufficienti da opporre ad ambedue insieme, risolvè di preoccupare con pronta riconciliazione e come che si fosse il duca. Sapevole adunque dell’andata di Roberto a Salerno, partitosi egli stesso da Roma giugne a Benevento1, e da quivi spediti legati a visitarlo ne ottenne di venire entrambi ad un abboccamento; laonde uscito di là il pontefice colle sue truppe, e Roberto di Salerno, accompagnato anch’egli da gente in armi, procedettero entrambi ad incontrarsi, e pervenuto il codazzo loro a fronte i principi gli comandarono di far alto; proceduti così da soli a colloquio strinsero confederazione, ratificandola
- ↑ Regno di Napoli, nel principato ulteriore.
pontefice. È mestieri dunque supporre che Anna Comnena non lo abbia letto, e che di pessima fede sieno stati coloro da cui vennele riferito in cotanto opposta guisa.
ANNA COMNENA | 10 |