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70 ANNA COMNENA

la pellegrina e dal nulla surta potenza di Roberto, nè permettessero allo sdegno ed all’invidia, che infallantemente portavangli, di far pruova del poter loro onde sconvolgere ed abbattere questa nuova dominazione, fragile ancora ne’ teneri suoi cominciamenti; nel che apparve ad evidenza un documento non comune della buona ventura di Roberto, uomo che la fortuna sopra tutti predilesse, e ad inalzarlo e dargli lustro impiegò sempre a larga mano il favor suo. Una grande controversia dunque levatasi infra il papa1 della città di Roma (è questo un principato non inerme, cinto ovunque da truppe molte e valenti) ed Enrico re di Alemagna distolse i principi d’ambi gli stati dall’opporsi agli ingrandimenti di Roberto per la brama concepita da ognuno di essi di vederlo parteggiar seco; in ispecie il papa, essendogli più da vicino, con maggiore speranza e broglio studiavasi di guadagnare il Normanno alla sua causa.

XL. Qui prendo a narrare i motivi della prefata controversia. Il romano pontefice accusava Enrico di conferire non gratuitamente, come si volea, le chiese, ma di venderle per via di largizioni, e di promovere immeritevoli personaggi al sacerdozio ed ai vescovati. Il re alemanno di rimbecco incolpava il pontefice di avere illegittimamente usurpato la posseduta dignità, essendosi intruso nell’apostolico trono senza il suo consentimento. Nell’imputargli poi questo demerito il re, mosso da collera e posto in non cale ogni rispetto verso il capo della chiesa,

  1. Gregorio settimo inalzato al pontificato l’anno 1073, e morto nel 1085.