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LIBRO PRIMO. 67

no il pizzicore d’insultare al nome romano davansi incessantemente a dissuadernelo. Ora egli curante di trarli al parer suo mette in opera il seguente mezzo. Spedisce parecchi individui sapevoli de’ suoi arcani a Crotone1, soffiando loro negli orecchi che se rinvenisservi qualche monaco disposto a passare dalla Grecia al limitare degli apostoli, e d’aspetto e conversazione adatto, giusta l’avviso loro, a suoi macchinamenti, cercassero con mille officiosità di amicarselo, e ad ogni modo glielo conducessero. Presentossi loro di fatto in buon punto il prefato monaco Rettore, uomo scaltro, e sommo nell’arte di fingere e dissimulare checchè gli attalentava. Eglino pertanto, giudicatolo acconcissimo ai divisamenti di Roberto, mandano a costui lettera in Salerno2, estesa giusta i suoi ordini, avvisandolo che il consuocero di lui Michele, scacciato dall’impero e profugo in Italia riparava in Crotone, bramoso di presentarglisi per averne assistenza. Roberto ricevuto il foglio e tenendolo in mano, come al momento aperto, leggelo innanzi tutto alla moglie; quindi raccolti a consiglio i più illustri personaggi e d’alto affare della sua corte loro partecipa il contenuto in esso, e tutti prestandovi bonariamente fede convengono di non doversi trascurare le sciagure d’un parente del signor loro. Questi allora, senza indugio, mandò chiamando

  1. Città in Calabria, di ottima aria, ond’è venuto il proverbio: Crotone salubrius per significare una cosa molto salutevole (R. di Napoli).
  2. Città nel principato di Citra (R. di Napoli).